Sulla creativita’


Ho sempre pensato che sia impossibile inventare qualcosa, specie dopo aver lavorato come responsabile della comunicazione e del marketing per una nota azienda che produce abbigliamento da montagna.

Cerco di spiegarmi meglio con un piccolo gedankenexperiment: provate a pensare qualcosa che non abbiate mai visto o esperito in altro modo, qualcosa di completamente nuovo. Ecco, la mia opinione è che il massimo risultato che si possa ottenere è la chimera. Certo, nessuno di noi ne ha mai vista o esperita una, ma abbiamo invece visto ed esperito le parti con cui decidiamo di comporre la nostra bestia mitologica: ali di pipistrello, artigli da bradipo, corpo da capra, zampe da ragno, coda da marson del Brenta, testa di Beppe Grillo e quant’altro. Siamo strutturalmente incapaci di immaginare qualcosa di veramente nuovo. Ma allora che cos’è la creatività, e come deve concepirla chi – in un modo o nell’altro – fa un lavoro creativo?

La mia opinione è che sia la capacità di vedere ponti, legami e connessioni che altri non vedono. L’insieme di erudizione e di apertura mentale che permette di costruire chimere più insolite, ricche, articolate. Erudizione perché se non conosciamo le cose, non abbiamo nulla da assemblare; apertura mentale perché altrimenti non potremo assemblarle in modo insolito, creativo, innovativo. Non ne so abbastanza di tecnologia, ma credo che, tutto sommato, sia possibile applicare un ragionamento di questo genere anche all’invenzione o alla scoperta scientifica.

Per parlare pratico: la mia opinione è che creatività sia vedere un buco in un muro, immaginare che sia stato abbattuto con un calcio, e che sia stata una donna a farlo. Scattare l’immagine ed utilizzarla per una campagna informativa sul tema della violenza di genere, facendo sul tema una comunicazione ironica e non convenzionale.

Allora, se il lavoro del creativo non produce niente di sostanzialmente nuovo, se non è che un collage, qual è il suo valore? Per quale ragione dovrebbe essere tutelato, protetto o, Dio non voglia, addirittura pagato?

Onestamente, non credo nel copyright. Non a caso tutto questo sito, i miei testi, le mie immagini, i miei video e quant’altro sono licenziati in creative commons. Dato che il materiale di partenza, ovvero le idee che assemblo, non è mio (come possedere un buco? o un calcio?) allora anche il risultato non può essere sigillato e dev’essere disponibile ad altri.

Disponibile a determinate condizioni, si intende. Per esempio, se qualcuno scaricasse i miei video (si può fare) e li vendesse (non si può fare), sarei piuttosto indispettito. Perché, se io non ho voluto trarre profitto dal mio lavoro, dovrebbe farlo qualcun altro? Allo stesso modo, mi indispettirebbe che qualcuno presentasse una mia immagine come sua: sarebbe ingiusto, ma non perché lo scatto mi è costato tempo, energie o che altro. Sarebbe ingiusto perché qualcuno si approprierebbe di quello che è veramente mio: la visione, la connessione, l’interpretazione.

Credo che questo sia il vero valore del lavoro creativo, e che questo sia ciò che del lavoro creativo va tutelato. Con mezzi opportuni, che non siano né troppo permissivi né troppo stringenti. Ecco perché creative commons.

Per i maliziosi: si, ci sono dei sistemi per possedere un buco. Lo so. Ma non è quello che intendevo!